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Si parlava di igiene dentale

L’igiene dentale, un argomento apparentemente poco interessante. O meglio, poco accattivante, perché è di certo importante parlare di igiene dentale: lavarsi i denti tutti i giorni, dopo i pasti, in modo accurato, assicurandosi di scegliere lo spazzolino giusto e di cambiarlo con regolarità, nonché di passare il filo interdentale. Concludere, poi, con una bella sorsata di colluttorio sarebbe il fiore all’occhiello per una dentatura perfetta. Ah, no, aspetta! L’igiene dentale casalinga non basta. No? Ne sei certa? Cosa intendi, scusa? Che almeno ogni sei mesi bisogna andare dal dentista a fare la pulizia dei denti, indispensabile per rimuovere il tartaro e la placca in eccesso, quegli aloni giallini che si formano alla base dei denti, dove inizia la gengiva. Bisogna eliminarli altrimenti i batteri proliferano e si possono formare carie, ma anche sviluppare infiammazioni dolorose ed, a volte, pericolose. Ecco, facendo anche questo, l’igiene dentale è assicurata.

Si parlava appunto di questo, un argomento, come detto, importante, ma poco accattivante. Eravamo al bar, io e la mia migliore amica, stavamo bevendo un bicchiere di vino (l’aperitivo), era da tanto che non ci vedevamo e, dopo aver abbondantemente parlato del suo matrimonio felicissimo e della mia desolata vita sentimentale, e del fatto che quella sera mi sarei dovuta buttare, conoscere un uomo, eravamo approdate all’igiene dentale. Arrivate alla fine del discorso ho pensato “che tristezza, parlare di denti quando dovrei raccontare delle mie avventure amorose”. La depressione mi fece ordinare un terzo bicchiere di vino, forse troppo velocemente. Non avevamo mangiato quasi nulla, ma la mia amica era contenta di passare al calice numero tre – da quando si era sposata, usciva molto meno, le mancava prendersi una bella sbronza in buona compagnia. Per me era molto più all’ordine del giorno, quindi ero meno entusiasta. Ero triste, invece. Forse avrei dovuto fare come aveva detto lei: buttarmi e iniziare a parlare con uno sconosciuto qualsiasi. Qual era la cosa peggiore che sarebbe potuta succedere? 

Al quinto bicchiere di vino, ormai ebbra, mi ero alzata per andare al bagno, ma, mentre tornavo al tavolo, un ostacolo mi aveva fatto cadere a terra. Al risveglio ero al pronto soccorso! Altro che incontrare un uomo quella sera… la mia solita sfortuna aveva deciso che avrei passato il sabato notte in un letto d’ospedale. Ero scoppiata a piangere, davvero triste della mia patetica vita. Ed ecco che un infermiere era apparso al mio fianco, gentile, dallo sguardo dolce, sembrava sinceramente preoccupato per me. In preda al momento disperato, gli avevo raccontato tutto, onestamente. La mattina seguente, provavo vergogna di quel racconto e speravo di non incontrarlo mentre uscivo dall’ospedale, ma lui era lì fuori. Aveva finito il turno un’ora prima, era andato a prendere due caffè e me ne stava porgendo uno. Mi invitò a passeggiare con lui…